Approfondimenti botanici sulla Plumeria
Pubblicato da Ezio in Articoli Plumeria · 15 Dicembre 2019
Tags: Approfondimenti, Botanici, della, Plumeria
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Il Padre Charles Plumier, nato a Marsiglia il 20 aprile 1646 e morto il 20 novembre 1704 a Santa Maria presso Cadice, è un botanico e viaggiatore francese.
Suo papà Jean Plumier e sua mamma Madeleine Roussel erano dei semplici artigiani. Dopo aver acquisito una buonaistruzione secondaria, entra a 16 anni nell'ordine dei Minimi, ordine mendicante fondato da San Francesco di Paola nel 1435,e il 22 dicembre 1663 fa la sua professione di fede. Dedicatosi agli studi della matematica e della fisica, si distingue inoltre come eccellente pittore.
Prosegue gli studi a Tolone presso Padre Magnan, ove impara la geometria e il modo di lavorare le lenti degli strumenti ottici. Plumier viene mandato poi al monastero di Trinità dei Monti a Roma ove studia botanica sotto la direzione di due membri della sua congregazione, in particolar modo di Silvio Boccone (1603-1704). Al suo rientro in Francia viene chiamato al convento di Bormes e studia le erbe nelle isole d'Hyère, nel Midi e nel Delfinato. Conosce Pierre Joseph Garidel per mezzo del quale fa la conoscenza di Tournefort (1656-1708) che accompagna nelle sue escursioni botaniche. Esplora anche, da solo, le coste della Provenza e della Linguadoca.
Il primo viaggio
Luigi XIV aveva incaricato Michel Bégon di trovare uno scienziato naturalista per un viaggio d'esplorazione nelle Americhe. Infatti Bégon conosceva tali regioni in quanto era stato intendente delle isole d'America dal 1682 al 1685. Bégon che era allora intendente delle galere a Marsiglia, propose Joseph-Donat de Surian (farmacista, chimico, erborista e medico di Marsiglia). Ma quest'ultimo, pur avendo vasta conoscenza della chimica e una particolare capacità per l'erboristeria, non aveva sufficienti cognizioni nel campo della botanica. Pertanto si unisce a Charles Plumier che era anche un valente disegnatore. La partenza avviene nel 1689. Plumier assolse molto bene il suo incarico, riunendo una gran quantità di disegni e un notevole erbario.
Il secondo viaggio
Il re, molto soddisfatto del suo lavoro, nomina Plumier botanico del re e lo rimanda nel 1693 alle Antille. Di ritorno dalla missione, pubblica il suo primo libro; "Descrizione delle piante d'America".
Il terzo viaggio
Il terzo viaggio, realizzato nel 1695, lo condurrà in Guadalupa, Martinica, Santo Domingo e in Brasile. Al ritorno nel 1703, pubblicherà "Nova plantarum Americanarum genera" con la descrizione di 106 nuovi generi.
Il quarto viaggio
Questo viaggio gli sarà fatale. Fagon, medico del re, desideroso di conoscere meglio la china d'America (genere Cinchona) in Perù, lo incarica di una nuova missione. Va a Santa Maria presso Cadice per raggiungere Los Rios, viceré del Perù. Indebolito dai suoi viaggi precedenti, muore il 16 novembre 1704. È sepolto in un convento dei Minimi nelle vicinanze di Cadice. Il suo "Trattato sulle felci" apparirà, postumo, nel 1706.
Il botanico
Plumier è uno specialista della flora delle Antille e considerevoli sono le sue scoperte. È lui che per primo diede alle piante il nome di diverse personalità. La begonia per Bégon, la fucsia per Leonhart Fuchs, la lobelia per Mathias de Lobel, la magnolia per Pierre Magnol.... Egli ha dato della cocciniglia del Messico una bella descrizione: "la cocciniglia del Messico si aggrappa a vari tipi di alberi, gli indiani le coltivano sulle piante che si chiamano oppontium". Ma è Garidel con Emeric, medico, che evidenzierà in modo sperimentale e con un rigore strettamente scientifico la vera natura del chèrmes che verrà classificato tra gli insetti perché fino ad allora si era creduto che il colorante rosso che si estraeva dalla cocciniglia provenisse dal vegetale.
Egli ci lascia numerosi manoscritti e più di 6.000 disegni, di cui 4.000 di vegetali (i restanti rappresentando la fauna americana). Le sue raffigurazioni dei pesci della Martinica sono utilizzate dal conte di Lacépède (1756-1825) e da Marcus Elieser Bloch (1723-1799). Le sue pubblicazioni di scienze naturali gli valgono l'ammirazione dei contemporanei, particolarmente quella di Georges Cuvier (1769-1832). Tournefort e Linneo (1707-1778) gli dedicano il genere Plumeria della famiglia delle Apocynaceae.
La città di Marsiglia gli ha dedicato il nome di una via. Anche la città di Rochefort gli ha dedicato il nome della via ove si trova un centro per la conservazione della begonia. Per certo Bégon, dopo la sua partenza da Marsiglia, fu nominato intendente della marina a Rochefort.
La Plumeria
Il genere Plumeria appartiene alla famiglia delle Apocynaceae comprendente 1500 specie suddivise in 424 generi di piante erbacee perenni, oppure legnose, proprie delle regioni a clima caldo, tra le quali possiamo annoverare l'oleandro (Nerium oleander), lo strofanto salvacuori (Strophanthus kombe e gratus) e la pervinca (Vinca major e minor).
Il termine apocynum che ha dato il nome alle Apocynacee deriva dal greco apò = lontano kynós = dal cane, in quanto è una pianta dalla quali i cani vanno tenuti lontani, e non solo i cani, tutti quanti i quadrupedi. Ne parla Plinio in Naturalis historia XXIV,98: Apocyni semen ex aqua — frutex est folio hederae, molliore tamen, et minus longis viticulis, semine acuto, diviso, lanuginoso, gravi odore — canes et omnes quadripedes necat in cibo datum.
Difficile identificare questo apocynum. Magari Plinio intendeva l'Apocynum androsaemifolium – androsaemi significa che emette un liquido rosso come il sangue di un uomo, andrós+haîma, come puntualizza Joseph Pitton de Tournefort (1656-1708) - detto spreading dogbane in inglese (spargitore di veleno del cane). Nonostante il rompicapo cui mi sono sottoposto, non mi è stato possibile stabilire se secondo i più illustri botanici del 1500 Plinio si riferisse effettivamente all'Apocynum androsaemifolium oppure a qualche altra pianta. Di conforto non sono stati neppure i tre Apocynum descritti da Charles de L'Écluse (1526-1609) in Rariorum plantarum historia (1601) al quale rimanda un esimio commentatore di Plinio, il gesuita Jean Hardouin
(1646-1729), nel suo Caii Plinii Secundi naturalis historiae libri XXXVII (1685).
In base a quanto riferisce Charles Estienne (1504?-1564) sembrerebbe trattarsi dell'Apocynum androsaemifolium e parrebbe corrispondere all'apókynon di Dioscorideche era contemporaneo di Plinio. Salvo si trattasse dell'Apocynum venetum, originario dell'Asia centrale e arrivato fino alla costa adriatica, considerato velenoso.
Il nome Plumeria commemora il botanico francese Charles Plumier, vissuto dal 1646 al 1704, che pubblicò parecchie opere sulle piante americane. Il genere comprende circa 50 specie, rappresentate da arbusti o alberelli la cui coltura a scopi decorativi risale a vecchia data, essendo sempre stati molto apprezzati per la delicata fragranza dei loro fiori. Infatti gli Spagnoli importarono queste piante, originarie dell’America tropicale, nelle Antille, dove ora sono naturalizzate, e già all’inizio del 1700 una di queste specie, Plumeria acutifolia, era diffusissima anche nelle Indie Orientali, dove venne chiamata pianta del tempio in quanto veniva coltivata appunto intorno ai templi indù.
Sono piante fornite di latice, con rami piuttosto morbidi e carnosi, a foglie alterne, grandi e picciuolate, localizzate, nella maggior parte dei casi, solo nella parte terminale dei rami. I fiori, grandi, hanno la corolla gamopetala, divisa in cinque lobi oblunghi, riuniti in un lungo tubo cilindrico, con stami inseriti alla base dei lobi.
La sistematica di questo genere non è motto precisa e infatti certe forme sono da alcuni autori considerate specie autonome, mentre da altri sono considerate varietà. Nella coltivazione a scopo ornamentale si trovano relativamente poche specie, conosciute anche col nome di frangipane, la cui origine è piuttosto dubbia.
La bagarre di frangipane
Infatti taluni fanno derivare frangipane dal francese franchipanier/frangipanier, latte coagulato, riferendolo all’abbondante latice che, in seguito a lesione, fuoriesce dai rami e coagula molto facilmente. Altri invece propendono per la derivazione dal nome di un profumiere italiano che nel Medio Evo compose un profumo i cui numerosi ingredienti, nell’insieme, avevano l’aroma dei fiori di queste piante.
Ma le ricerche relative al profumiere italiano medievale sono alquanto discordanti. Il Medio Evo, iniziato nel 476 con la deposizione di Romolo Augustolo, ebbe termine nel 1492 con la scoperta dell'America da parte di Cristoforo Colombo.
Frangipane è assente nel Vocabolario dell'Accademia della Crusca del 1691.
Nel Dictionnaire étymologique di Noël & Carpentier (Paris, 1839) troviamo Frangipane ma non Franchipanier/Frangipanier.
Da questo dizionario possiamo dedurre che l'inventore del profumo - e del dolce anch'esso frangipane - fu merito del nipote di Muzio Frangipane. Il nonno Muzio aveva combattuto per Carlo IX di Francia (1550-1574) e l'anonimo nipote era stato maresciallo di campo delle armate di Luigi XIII (1601-1643).
Vediamo chi erano i Frangipane.
I monumenti a Muzio e ai figli Roberto e Lello Frangipane
scolpiti da Alessandro Algardi intorno al 1638.
Cappella Frangipane - Chiesa di San Marcello al Corso – Roma
Nobile famiglia romana (nei documenti medievali Fraiapane, Fraiampane, in latino Fraiapanis, Frangipanius) che faceva risalire la sua origine all’antica gens Anicia e collegava il suo nome a una leggendaria distribuzione di pane fatta da un suo antenato ai poveri durante una carestia. A partire dagli inizi del sec. XI, in cui la famiglia appare per la prima volta (1014), divenne a poco a poco sempre più influente, specie nella politica ecclesiastica, e andò allargando i suoi possedimenti fuori Roma (furono suoi feudi Cisterna, Terracina e Astura); in Roma occuparono il Palatino con la Turris chartularia presso l’arco di Tito e il Settizodio, onde anche il cognome de’ Settesoli. La famiglia Frangipane durò fino al XVII secolo, col titolo marchionale, cioè di marchese. Da un ramo della famiglia romana sarebbero derivati i Frangipane del Friuli e i Frangipane (Frankopan) di Veglia, isola del Mare Adriatico nel golfo del Quarnaro, politicamente inclusa nella Croazia. Questi ultimi, signori della Croazia dal 1271, si distinsero nelle guerre contro i Mongoli (sec. XIII) e contro i Turchi (sec. XV).
Per completezza, perché più di tanto non è dato sapere, possiamo aggiungere che la nonna dell'anonimo nipote profumiere, moglie di Muzio, si chiamava Giulia, figlia di Maddalena (ca.1523-1583) di Piefrancesco de' Medici. Maddalena aveva sposato Roberto, figlio di Filippo Strozzi, con il quale andò a vivere in Francia e solo in seguito a Roma. La bisnonna Maddalena fu madre di otto figli (sette femmine, tra cui Giulia, e per ultimo un maschio, Leone).
Muzio Frangipane venne immortalato dallo scultore italiano Alessandro Algardi (Bologna 1595-Roma 1654) con un busto che si trova nella Cappella Frangipane nella chiesa di San Marcello al Corso di Roma. Assieme a quello di Muzio si trovano anche quelli dei figli Roberto e Lello, scolpiti da Algardi intorno al 1638 quando i 3 Frangipane erano già morti. Magari l'anonimo nipote di Muzio era figlio di Lello (non credo di Roberto, essendo abate), oppure di Mario, un altro figlio di Muzio.
Nessuna data di nascita e di morte di Muzio è reperibile nel web che lo cita a iosa. Magari queste date stanno scritte nella lapide sottostante al busto e vedrò se in qualche modo ne verrò a capo. Sappiamo comunque che il 15 marzo 1572 il castello di Nemi (33 km a SE di Roma., 521 m slm, sui Colli Albani, a dominio dell'omonimo lago) passò da Francesco Cenci a Muzio Frangipane, la cui famiglia lo detenne fino alla propria estinzione operandovi ristrutturazioni.
Muzio Frangipane
1541-1588
L'abate Roberto Frangipane fu un uomo di cultura
e uno dei consiglieri di Enrico III (1551-1589)
fratello di Carlo IX di Francia.
Lello Frangipane morì nel 1600 all'età di 26 anni in Croazia
dove era stato inviato da papa Clemente VIII come supporto per gli Asburgo
al fine di contenere un attacco degli Ottomani.
Grazie a Roberto Piperno - al quale dobbiamo lo splendido sito www.romeartlover.it - il 26 aprile 2008 con un suo sopralluogo in San Marcello è stato possibile appurare attraverso la lapide che Muzio morì nel 1588 e che visse 47 anni, vixit annos XLVII. Laonde per cui 1588 - 47 = 1541. Riassumendo: Muzio Frangipane nacque nel 1541 e morì nel 1588.
Un terzo Frangipani, Mauritius, un monaco italiano prioniere della profumeria, del quale manca qualsiasi nota biografica. Ecco il testo del web alla voce frangipane une crème à base d'amandes:
Il existe plusieurs théories quant à l'origine du mot frangipane, mais on s'accorde au moins sur le fait qu'il vient du nom propre italien, Frangipani. Soit:
- D'un marquis italien du XVII siècle qui aurait inventé le parfum de la frangipane, pour cacher l'odeur du cuir des gants et des souliers;
- Un pâtissier italien du XVI siècle, à l'origine d'une liqueur parfumée au goût de frangipane;
- Mauritius Frangipani, un moine italien pionnier de la parfumerie.
Il genere Plumeria appartiene alla famiglia delle Apocynaceae comprendente 1500 specie suddivise in 424 generi di piante erbacee perenni, oppure legnose, proprie delle regioni a clima caldo, tra le quali possiamo annoverare l'oleandro (Nerium oleander), lo strofanto salvacuori (Strophanthus kombe e gratus) e la pervinca (Vinca major e minor).
Il termine apocynum che ha dato il nome alle Apocynacee deriva dal greco apò = lontano kynós = dal cane, in quanto è una pianta dalla quali i cani vanno tenuti lontani, e non solo i cani, tutti quanti i quadrupedi. Ne parla Plinio in Naturalis historia XXIV,98: Apocyni semen ex aqua — frutex est folio hederae, molliore tamen, et minus longis viticulis, semine acuto, diviso, lanuginoso, gravi odore — canes et omnes quadripedes necat in cibo datum.
Difficile identificare questo apocynum. Magari Plinio intendeva l'Apocynum androsaemifolium – androsaemi significa che emette un liquido rosso come il sangue di un uomo, andrós+haîma, come puntualizza Joseph Pitton de Tournefort (1656-1708) - detto spreading dogbane in inglese (spargitore di veleno del cane). Nonostante il rompicapo cui mi sono sottoposto, non mi è stato possibile stabilire se secondo i più illustri botanici del 1500 Plinio si riferisse effettivamente all'Apocynum androsaemifolium oppure a qualche altra pianta. Di conforto non sono stati neppure i tre Apocynum descritti da Charles de L'Écluse (1526-1609) in Rariorum plantarum historia (1601) al quale rimanda un esimio commentatore di Plinio, il gesuita Jean Hardouin
(1646-1729), nel suo Caii Plinii Secundi naturalis historiae libri XXXVII (1685).
In base a quanto riferisce Charles Estienne (1504?-1564) sembrerebbe trattarsi dell'Apocynum androsaemifolium e parrebbe corrispondere all'apókynon di Dioscorideche era contemporaneo di Plinio. Salvo si trattasse dell'Apocynum venetum, originario dell'Asia centrale e arrivato fino alla costa adriatica, considerato velenoso.
Il nome Plumeria commemora il botanico francese Charles Plumier, vissuto dal 1646 al 1704, che pubblicò parecchie opere sulle piante americane. Il genere comprende circa 50 specie, rappresentate da arbusti o alberelli la cui coltura a scopi decorativi risale a vecchia data, essendo sempre stati molto apprezzati per la delicata fragranza dei loro fiori. Infatti gli Spagnoli importarono queste piante, originarie dell’America tropicale, nelle Antille, dove ora sono naturalizzate, e già all’inizio del 1700 una di queste specie, Plumeria acutifolia, era diffusissima anche nelle Indie Orientali, dove venne chiamata pianta del tempio in quanto veniva coltivata appunto intorno ai templi indù.
Sono piante fornite di latice, con rami piuttosto morbidi e carnosi, a foglie alterne, grandi e picciuolate, localizzate, nella maggior parte dei casi, solo nella parte terminale dei rami. I fiori, grandi, hanno la corolla gamopetala, divisa in cinque lobi oblunghi, riuniti in un lungo tubo cilindrico, con stami inseriti alla base dei lobi.
La sistematica di questo genere non è motto precisa e infatti certe forme sono da alcuni autori considerate specie autonome, mentre da altri sono considerate varietà. Nella coltivazione a scopo ornamentale si trovano relativamente poche specie, conosciute anche col nome di frangipane, la cui origine è piuttosto dubbia.
La bagarre di frangipane
Infatti taluni fanno derivare frangipane dal francese franchipanier/frangipanier, latte coagulato, riferendolo all’abbondante latice che, in seguito a lesione, fuoriesce dai rami e coagula molto facilmente. Altri invece propendono per la derivazione dal nome di un profumiere italiano che nel Medio Evo compose un profumo i cui numerosi ingredienti, nell’insieme, avevano l’aroma dei fiori di queste piante.
Ma le ricerche relative al profumiere italiano medievale sono alquanto discordanti. Il Medio Evo, iniziato nel 476 con la deposizione di Romolo Augustolo, ebbe termine nel 1492 con la scoperta dell'America da parte di Cristoforo Colombo.
Frangipane è assente nel Vocabolario dell'Accademia della Crusca del 1691.
Nel Dictionnaire étymologique di Noël & Carpentier (Paris, 1839) troviamo Frangipane ma non Franchipanier/Frangipanier.
Da questo dizionario possiamo dedurre che l'inventore del profumo - e del dolce anch'esso frangipane - fu merito del nipote di Muzio Frangipane. Il nonno Muzio aveva combattuto per Carlo IX di Francia (1550-1574) e l'anonimo nipote era stato maresciallo di campo delle armate di Luigi XIII (1601-1643).
Vediamo chi erano i Frangipane.
I monumenti a Muzio e ai figli Roberto e Lello Frangipane
scolpiti da Alessandro Algardi intorno al 1638.
Cappella Frangipane - Chiesa di San Marcello al Corso – Roma
Nobile famiglia romana (nei documenti medievali Fraiapane, Fraiampane, in latino Fraiapanis, Frangipanius) che faceva risalire la sua origine all’antica gens Anicia e collegava il suo nome a una leggendaria distribuzione di pane fatta da un suo antenato ai poveri durante una carestia. A partire dagli inizi del sec. XI, in cui la famiglia appare per la prima volta (1014), divenne a poco a poco sempre più influente, specie nella politica ecclesiastica, e andò allargando i suoi possedimenti fuori Roma (furono suoi feudi Cisterna, Terracina e Astura); in Roma occuparono il Palatino con la Turris chartularia presso l’arco di Tito e il Settizodio, onde anche il cognome de’ Settesoli. La famiglia Frangipane durò fino al XVII secolo, col titolo marchionale, cioè di marchese. Da un ramo della famiglia romana sarebbero derivati i Frangipane del Friuli e i Frangipane (Frankopan) di Veglia, isola del Mare Adriatico nel golfo del Quarnaro, politicamente inclusa nella Croazia. Questi ultimi, signori della Croazia dal 1271, si distinsero nelle guerre contro i Mongoli (sec. XIII) e contro i Turchi (sec. XV).
Per completezza, perché più di tanto non è dato sapere, possiamo aggiungere che la nonna dell'anonimo nipote profumiere, moglie di Muzio, si chiamava Giulia, figlia di Maddalena (ca.1523-1583) di Piefrancesco de' Medici. Maddalena aveva sposato Roberto, figlio di Filippo Strozzi, con il quale andò a vivere in Francia e solo in seguito a Roma. La bisnonna Maddalena fu madre di otto figli (sette femmine, tra cui Giulia, e per ultimo un maschio, Leone).
Muzio Frangipane venne immortalato dallo scultore italiano Alessandro Algardi (Bologna 1595-Roma 1654) con un busto che si trova nella Cappella Frangipane nella chiesa di San Marcello al Corso di Roma. Assieme a quello di Muzio si trovano anche quelli dei figli Roberto e Lello, scolpiti da Algardi intorno al 1638 quando i 3 Frangipane erano già morti. Magari l'anonimo nipote di Muzio era figlio di Lello (non credo di Roberto, essendo abate), oppure di Mario, un altro figlio di Muzio.
Nessuna data di nascita e di morte di Muzio è reperibile nel web che lo cita a iosa. Magari queste date stanno scritte nella lapide sottostante al busto e vedrò se in qualche modo ne verrò a capo. Sappiamo comunque che il 15 marzo 1572 il castello di Nemi (33 km a SE di Roma., 521 m slm, sui Colli Albani, a dominio dell'omonimo lago) passò da Francesco Cenci a Muzio Frangipane, la cui famiglia lo detenne fino alla propria estinzione operandovi ristrutturazioni.
Muzio Frangipane
1541-1588
L'abate Roberto Frangipane fu un uomo di cultura
e uno dei consiglieri di Enrico III (1551-1589)
fratello di Carlo IX di Francia.
Lello Frangipane morì nel 1600 all'età di 26 anni in Croazia
dove era stato inviato da papa Clemente VIII come supporto per gli Asburgo
al fine di contenere un attacco degli Ottomani.
Grazie a Roberto Piperno - al quale dobbiamo lo splendido sito www.romeartlover.it - il 26 aprile 2008 con un suo sopralluogo in San Marcello è stato possibile appurare attraverso la lapide che Muzio morì nel 1588 e che visse 47 anni, vixit annos XLVII. Laonde per cui 1588 - 47 = 1541. Riassumendo: Muzio Frangipane nacque nel 1541 e morì nel 1588.
Un terzo Frangipani, Mauritius, un monaco italiano prioniere della profumeria, del quale manca qualsiasi nota biografica. Ecco il testo del web alla voce frangipane une crème à base d'amandes:
Il existe plusieurs théories quant à l'origine du mot frangipane, mais on s'accorde au moins sur le fait qu'il vient du nom propre italien, Frangipani. Soit:
- D'un marquis italien du XVII siècle qui aurait inventé le parfum de la frangipane, pour cacher l'odeur du cuir des gants et des souliers;
- Un pâtissier italien du XVI siècle, à l'origine d'une liqueur parfumée au goût de frangipane;
- Mauritius Frangipani, un moine italien pionnier de la parfumerie.
In Glossaire de botanique di Alexandre de Théis (Paris, 1810) a proposito dell'origine del nome Plumeria troviamo che invece il termine francese frangipanier corrisponde solamente a un profumo inventato da un italiano che si chiamava Frangipani, senza altre notizie storiche relative all'inventore del profumo.
Frangipanier, secondo de Théis, indicava anche la Plumeria pudica che emette un profumo squisito.
Il Dizionario di Italiano Zingarelli (2008) non riporta frangipane, ma solo frangipani: [dal n. del nobile romano M. Frangipane; 1834] s.m. inv. Albero ornamentale tropicale, con grandi fiori bianchi (Plumiera alba) o rosei (Plumiera rubra) dal profumo simile a quello del gelsomino.- Si tratta quindi di un termine databile al 1834, quando comparve nei testi scritti.
L'Enciclopedia De Agostini (1995) ha solo frangipane, termine del sec. XIX; dal nome del marchese Muzio Frangipane.
Anche il Vocabolario Treccani (2000) ha solo frangipani e colloca Muzio Frangipane nel Medio Evo: frangipani s.m. dal nome del nobile romano Muzio Frangipane, a cui è attribuita, in epoca medievale, la composizione di un profumo che risultò poi simile all'odore dei fiori di Plumeria rubra.
Anche Dictionary.com, ricorrendo a diversi dizionari a noi contemporanei, attribuisce a Muzio Frangipane anziché a suo nipote l'origine del termine frangipani, entrato nell'uso inglese nel 1860-65: 1. a perfume prepared from or imitating the odor of the flower of a tropical American tree or shrub, Plumeria rubra, of the dogbane family. 2. the tree or shrub itself. 3. also frangipane; a creamy pastry filling flavored with almonds. [Origin: 1860–65; Frangipane, after Marquis Muzio Frangipane or Frangipani a 16th-century Italian nobleman, the supposed inventor of the perfume].
Anche Linda's Culinary and Food Dictionary and Glossary (http://whatscookingamerica.net) dà il merito a Muzio per l'invenzione del dolce: Frangipane - Also know as frangipani. A creamy pastry filling flavored with almonds that is usually baked in a sweet pastry crust with fruit or puff pastry pithiviers. - History: The history of frangipane is traced to a 16th-century Italian nobleman named Marquis Muzio Frangipani, who introduced almond perfume-scented gloves that were all the rage. Pastry chefs tried to capture this popular scent in desserts; hence the birth of frangipane. Later, when the perfume was added to an almond cream dessert, the resulting delicacy was also dubbed frangipane. Today it is most often used to refer to an almond-flavored pastry cream.
Fine della bagarre, che tuttavia rimane tale e quale, senza alcuno spiraglio che ci indichi la soluzione del dilemma etimologico.
Ulteriori notizie e curiosità
Vediamo cos'altro c'è da orchestrare a proposito di questa Apocynacea. Spesso una denominazione botanica è sopraffatta da un nome popolare; ma l’appellativo Frangipani ha praticamente sostituito quello scientifico di Plumeria. Ecco una breve cronistoria della curiosa origine del nome così come la racconta la Grande Enciclopedia del Giardinaggio (Curcio, 1973): Caterina de’ Medici (1519-1589), diventata regina di Francia (1560), chiamò a sé il marchese italiano Muzio Frangipane che stava riscuotendo un grande successo con un profumo da lui ottenuto e commerciato con il suo stesso nome. Tale complessa fragranza ricavata da spezie, musco e radici di violetta fu riconosciuta identica a quella dei fiori di Plumeria e il nome di Frangipane, pronunciato all’inglese, soverchiò quello scientifico.
Tuttavia in Sicilia viene chiamata Pomèlia e tutto lascerebbe supporre un'errata pronuncia del nome scientifico.
Però c’è un’altra allettante ipotesi.
Nelle isole Hawaii, dove la Plumeria è diffusissima e largamente utilizzata per la confezione delle tipiche collane di fiori (leis), il nome indigeno è Puamèlia o anche Pumèli. Si è tentati di supporre che un marinaio o un viaggiatore siciliano abbia portato a casa la pianta dalle Hawaii diffondendo, insieme alla conoscenza dell’arbusto, anche il nome che aveva appreso dai nativi di quelle lontane isole.
Fonte www.summagallicana.it
Anonimo08 novembre 2009 16:50
leggere l'intero blog, pretty good
Anonimo08 novembre 2009 16:51
imparato molto
Anonimo11 maggio 2010 16:46
ringrazio..stefano frangipane
C H A C O04 giugno 2010 17:55
Realmente interesasnte la información sobre el Frangipani. Felicitaciones
Anonimo18 agosto 2010 20:00
Gentile signor ezio, circa 1 mese fa ho notato che intorno alla mia plumeria volavano dei moscerini bianchi. da allora le foglie hanno iniziato a macchiarsi ed ingiallire. ho provato a dare il decis ma nn è servito a molto. in più mi sembra di aver visto anche dei piccoli ragnetti rossi. cosa mi consiglia di fare? grazie cordiali saluti. antonella
Lukrezio19 agosto 2010 08:57
Salve Antonella,
purtroppo anche la Plumerie soffrono di qualche acciacco, ma nulla di irreparabile.
Le farfalline che vedeva sono delle Aleurodidi; l'adulto non attacca la pianta direttamente, ma le loro pupe, nate dalle uova deposte nella pagina inferiore delle foglie, si.
Già dentro il guscio, inseriscono un rostro dentro la nervatura per succhiare la linfa.
Tutti quegli insetticidi da contatto quindi non funzionano, ma bisogna usare quelli veicolati dalle radici alla linfa: ottimo il confidor in pastiglie a lunga durata da mettere nella terra, anche preventivamente.
Il ragnetto rosso è un'altra piaga che attacca in Luglio/Agosto con temperature alte.
Contro di questo ci vuole l'acaricida e non un insetticida, non appartenendo alla famiglia degli insetti ma a quella degli aracnidi .
La rimando a questo mio articolo www.compagniadelgiardinaggio.it/wiki/piante:plumeria
dove in basso troverà un elenco dei prodotti consigliati e di facile reperimento.
Cordialità